Sono finiti i tempi in cui a Chisinau circolavano poche Moskovich o Lada e i viali a sei corsie erano deserti, ormai la città, dal punto di vista del traffico, sta assumendo i contorni di una metropoli caotica di stampo occidentale. Il guaio è che le strutture stradali come segnaletica, semafori, strisce pedonali, sono rimaste quelle dell'epoca sovietica quando circolavano pochi camion e qualche Zil dei notabili del partito. Ad aggravare la situazione caotica del traffico cittadino ci sono le rutiere, furgoni adibiti a trasporto persone, croce e delizia dei chiscinauvieni, fenomeno sconosciuto nelle città occidentali. Per caricare un passeggero gli autisti di questi furgoni non si fanno scrupolo di investire una scolaresca sulle strisce pedonali.
Per il moldavo/a emigrato il primo obiettivo da raggiungere è comprarsi l'auto. La macchina è lo status symbol per eccellenza in Moldova, il sogno di tutti, la meta da raggiungere ad ogni costo, la prova visibile che ci si è affrancati dalla povertà. Tutti comprano l'auto, chi ha i denari e chi non li ha. Farsi prestare i soldi dal "cumetru" per comprare l'auto è una pratica diffusissima. I tanti faccendieri importatori di macchine usate dalla Germania o altri paesi europei hanno fatto e fanno affari d'oro.
Il moldavo al volante si sente un padreterno, ha tutto quello che gli serve per sentirsi realizzato: un'automobile. Non importa se non riesce a pagare la bolletta del riscaldamento, l'importante e avere la macchina parcheggiata sotto casa! Può scorrazzare per la città a suo piacimento, suonare il clacson quando vuole per dire al mondo intero: "Eccomi, sono qui, Viorel, ora sono a bordo della mia macchina, lasciatemi passare!"