Ci sono cose che proprio non riesco a mandar giù! Nonostante quantità industriali di Mizim Forte! Non riesco a digerire alcune “tradizioni” o presunte tali. E' pur vero che in questo paese sono un ospite, ma credo sia possibile esprimere la mia modesta opinione su fatti o abitudini che non mi convincono.
Vorrei porre l'accento su alcuni passaggi tradizionali dei funerali moldavi che trovo sinceramente eccessivi, che vanno a colpire quasi sempre delle persone anziane che già versano in condizioni a dir poco precarie. Fare pranzi e regali alla morte di un congiunto, le “pomane”, per poi ripeterle per ben cinque volte nello spazio di un anno: il giorno del funerale, a nove giorni dalla morte, a quaranta giorni, a sei mesi, un anno, è assurda, eccessiva e anacronistica. Il giorno del funerale i congiunti del morto, già addolorati dalla perdita, non hanno nemmeno il tempo di piangere, devono fare la spesa e cucinare per sfamare la numerosa compagnia. Ho assistito a funerali con 70-80 “invitati”! Placinte, sarmale, carne, dolci, vino e vodca: un vero banchetto con i fiocchi! Mica due stuzzichini!
La morte di un congiunto è dolore e disperazione, sono sentimenti privati da condividere sì con gli altri, ma non davanti una tavola imbandita e ubriacandosi, ai cosiddetti "altri" spetta il compito di confortare e allievare in qualche modo il dolore dei parenti e non si può certo farlo mangiando a crepapelle o bevendo vino e vodca come spugne. Che poi la cosiddetta tradizione si riduce ad una mangiata e una bevuta è cosa risaputa: in pratica i commensali si sbronzano con le lacrime agli occhi alla “salute” del defunto/a, ammesso e non concesso che dopo essersi scolati un litro di vino e vodca riescono ancora a ricordare il nome del “festeggiato/a”.
- Noroc, Vasile! - e giù vino e vodca!
I parenti si indebitano per anni per pagare le varie “pomane”, asciugamani, piatti, bicchieri, dolciumi, da donare agli intervenuti, per non parlare della tumulazione e delle spese vive che comporta un evento del genere. Il povero congiunto, vedovo o vedova che sia, allo strazio di aver perso il marito/moglie, si aggiunge la preoccupazione di restituire i denari presi a prestito. Non per niente i funerali sono al primo posto nel lungo elenco delle motivazioni per cui si richiedono prestiti.
So bene che è difficile lottare contro abitudini e convenzioni secolari, conservare le tradizioni è sicuramente cosa buona, ma è assurdo e stupido rovinarsi la vita per tener fede ad una consuetudine a dir poco discutibile. Oltretutto non mi risulta sia una tradizione imposta dalla religione.
Io sono un "capoccione abruzzese", testardo come un mulo, chiedo scusa alla folta schiera di tradizionalisti, ma mi ribolle il sangue nel vedere dei poveri vecchi che si rovinano i pochi anni che ancora resta loro da vivere per tener fede ad un rituale assurdo e fuori da ogni logica.